LA GIOIA DI VIVERE…
Tra una visita e l’altra avendo un’ora libera decido di fare una passeggiata e prendere un caffè seduta su di una panchina all’aria aperta. Mentre ero li, immersa nel verde di qualche alberello che ritaglia una penisola lungo lo stradone trafficato, mi fermo ad osservare. Si osservo le persone, osservo la bellezza di quello squarcio di natura, osservo il caos sulla strada. Vedo un gruppetto di adolescenti chiacchierare vicino ai loro scooter, chiacchierano ma non di loro, chiacchierano con lo smartphone in mano commentando una foto di un altro amico piuttosto che la foto dell’evento sportivo dello scorso venerdì, più avanti una ragazza che cammina lungo il marciapiede…ha il viso triste e lo sguardo basso, ma sta inviando un sms ed ecco che si ferma sotto l’angolo più luminoso fa un bel sorriso e si scatta un paio di foto ( probabilmente da inviare all’interlocutore) subito dopo scoppia in un pianto quasi liberatorio. Accanto a me una coppia che discute perché amano cose completamente diverse e fanno la maggior parte delle cose per conto proprio. Di fronte un ragazzo sulla trentina, ben vestito che parla al cellulare, dice di aver ricevuto una promozione ma di non esserne felice perché quel lavoro non gli piace, anzi lo trova noiosissimo, eppure ha dovuto mostrarsi felice e dovrà lavorare con ancora più “entusiasmo”.. ed infine due ragazze, belle e molto curate che parlano del vestito da indossare alla laurea di Michela la loro amica “perché lì c’è solo gente di un certo tipo e non possiamo assolutamente sbagliare look, anzi direi che è il caso di farti prestare la Louis Vuitton da tua cugina!”
Sembra che la gioia di vivere sia lontana dalle persone, come se non si fosse più padroni delle proprie emozioni, delle proprie scelte, dei propri desideri, del proprio aspetto ma soldatini che si adeguano a ciò che la società richiede loro. Si parla, ma di ciò che è lontano da se stessi, si è tristi ma si mostrano foto in cui si sembra felici, si ha un buon lavoro ma che non piace, ci si sceglie con le proprie diversità ma poi non si è disposti ad accettarsi e fare della diversità dell’altro delle risorse, si va alla laurea di un’amica ma l’attenzione è posta su come si deve apparire, “perfetti e griffati” . Credo che bisognerebbe provare ad essere solo un po’ più autentici con se stessi, con le proprie emozioni ed i propri bisogni per stare meglio.
Recuperiamo la “gioia” di vivere, la spinta a vivere la vita che vogliamo e non quella che dovremmo volere!
Credo che la gioia di vivere sia ben lontana dallo stato in cui ci troviamo oggi,quello stato in cui cerchiamo di sopravvivere a tutto quello che la vita ci presenta oggi.
Sono in uno stato depressivo che mi fa vedere tutto molto nero,mi immedesimo molto della ragazza triste che si fa un selfie e scoppia nel pianto liberato ma allo stesso tempo sono abbastanza lucida da fare l’esame di coscienza della mia vita,tanto da capire di non avere niente tra le mani a 30 anni e di essermi meritato questo stato.
Salve Roberta,mi scuso per il ritardo nella risposta, ho avuto dei problemi tecnici con il sito. Mi colpisce molto la sua ultima frase…Lei crede di essersi meritata di stare male e trovarsi in una situazione di disagio. Probabilmente non se lo è meritato, nessuno di noi lo merita, ma probabilmente ha contribuito a creare ed alimentare la sua situazione. La società in cui viviamo per alcuni versi non ci aiuta, ma ognuno di noi ha dentro tutte le risorse necessarie per far fronte alle difficoltà che la vita ci pone Bisogna però, tirarle fuori. Lei scrive che si trova in uno stato depressivo che le fa vedere tutto nero, ne è consapevole ma allo stesso tempo crede di meritare questa situazione perché a 30 anni non ha niente nelle mani, questo vuol dire che è entrata in un loop che alimenta il suo malessere, inoltre la sensazione di fallimento con probabili sensi di colpa annessi è un sintomo secondario della depressione o il motivo scatenante del sintomo depressivo. Comprenderlo si rivela di grande importanza. Sa Roberta, cambiare finestra, ci permette di guardare le cose da un punto di vista diverso, notando particolari e oggetti che dalla solita finestra non vediamo. Provi a cambiare angolo di osservazione della sua vita, e vedrà le cose da un’altra prospettiva.
Credo infine che iniziare un percorso di psicoterapia possa aiutarla a ad uscire da questo loop poco funzionale e doloroso.
Spero di essere stata di aiuto.
Un saluto
Dott.ssa Annarita Sidari